Lettori fissi

domenica 7 giugno 2020

Non so se voglio dirlo - 4

Per evitare tutto ciò penso che nel prosieguo potrebbe essere utile prendere nota della data, sia pur approssimativa nel ricordo, in cui alcuni episodi si sono manifestati, in cui alcune idee hanno avuto origine, o alcuni avvenimenti hanno cominciato a condizionare la mia vita, anche se in quei frangenti non ero consapevole del loro valore, dei momenti in cui ho cominciato a fare, o a non fare, alcune cose, a comportarmi in un determinato modo, capire da quanto tempo ho perso interesse alle cose, anche se forse non proprio a tutto, di certo a molte cose. 
Mi dico che dovrei provare a verbalizzarle le mie angosce, che sembrano non avere fine. Forse c’è un modo per farlo, che comunque non conosco. Ad esempio, quando è stato che mi sono rasato l’ultima volta. 
L’attività di trascrizione potrebbe tornarmi utile anche nel seguire una traccia che al momento ignoro dove dovrebbe e potrebbe condurmi. Sarà questo che cerco nella scrittura?
Liberarmi delle confusioni. Già, facile a dirsi, e quand'anche, cosa potrà mai venire fuori da tutte queste contraddizioni? 
Scrivere ad una parte di me. Forse così ce la farei a trovare le parole giuste per tradurre ciò che sento e forse non proverei nemmeno imbarazzo, o addirittura vergogna. Forse non mi rifugerei più in espressioni del tipo non saprei come dirlo. Forse verrebbe meno anche quel naturale riserbo che si avverte quando si tratta di svelare ad un altro, o persino a se stesso, qualcosa di intimo. Forse. 
Sì, rivolgermi ad una parte di me. Potrebbe essere questa la soluzione, l’unico modo di accettare l’incapacità di avere un rapporto vero con gli altri, l’incapacità persino di avere gli altri, un modo per nascondere la paura di affrontare la realtà. 
Almeno immaginare di vivere altre esperienze, non dover confessare l’inadeguatezza di riportare su carta un’esperienza realmente vissuta, non sentirmi costretto ad inventare romanzi per poi sperare che diventino reali, che si trasformino in realtà, come cose mai esistite e che però sento presenti, a cui ho dato vita, una storia che non conoscevo e che adesso è tutta mia.

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