Lettori fissi

martedì 30 giugno 2020

Non so se voglio dirlo - 13

Al solo sentire quelle parole sbiancò all'istante, non mi diede una risposta, non una convincente almeno, cominciò a girare attorno alle parole, come a nascondermi qualcosa, come volesse tenermi all'oscuro di un segreto che non mi aveva ancora svelato, quasi avesse paura, ma allo stesso tempo dava l’impressione di stare cercando l’occasione buona per parlarmene, ed io gliela stavo dando, volevo aiutarla a confessare quella che sembrava una notizia strettamente riservata, una confidenza che si svela solo ad un’amica intima, e per lei, per conoscerla più a fondo, mi sarei trasformato nella sua amica del cuore, anche se non è che avessi idea di come fare, né sapevo da dove cominciare, ma quando seppe che stavo scrivendo questa pagina, le cose cambiarono anche per me, quando le annunciai che avevo intenzione di scrivere questa storia, ebbe una reazione scomposta, che non avevo previsto, cominciò ad irritarsi, ad irrigidirsi, a diventare nervosa, ad accumulare una tensione che non avevo idea in cosa avrebbe potuto sfociare, poteva succedere di tutto, forse avevo visto male, le mie previsioni erano del tutto sbagliate, non avevo calcolato il suo amor proprio, quella forza che impone una difesa strenua di sé a tutti i costi, un’energia imprevista e forse anche ignota si era impossessata di lei e la faceva agire, ai miei occhi, in maniera del tutto irrazionale, un comportamento che mai mi era capitato di osservare in lei. 
Non sapevo più come continuare, volevo rispettare la sua ingenua timidezza, quella incapacità di esprimere le sue intime riservatezze, quelle che immaginavo fossero ritrosie di cui pensava fosse quasi impossibile potersi liberare e scrollarsi di dosso, una buona volta per tutte, perché certe paure sembrano insormontabili, è vero, ma solo fino a quando non si riesce in qualche modo a superarle. Dopo, ma solo dopo, tutto sembra facile, non si riesce a spiegare come si sia potuto verificare che quei timori, certe insicurezze, abbiano potuto creare tanto disagio e addirittura bloccare la nostra vita in uno stato di trepidazione, ogni volta che ci era capitato di dover fare una scelta o una mossa non del tutto chiara. Dopo, sì, tutto dopo, ma fino a quel momento la vita, il mondo intero, qualsiasi cosa è vista come un’enorme incognita che paralizza ogni attività.
So per certo che parlare di talune cose con me le causa un’agitazione che non sempre riesce a trattenere, le provoca un’eccitazione incontenibile, ad esempio, sentirsi dire che ho voglia di chiamarla, che ho bisogno di sentire la sua voce, anche solo per poco tempo, per un semplice saluto, e l’eccitazione in lei assume le forme più strane, la prende il desiderio di muoversi, di fare qualcosa, di salire sul primo treno e raggiungermi, subito, di essere già con me, scavalcando tutte le leggi della fisica, della dinamica, quelle che regolano il tempo, o il movimento, la velocità. L’eccitazione può diventare anche dolore, incontrollabile tachicardia, fuori da ogni controllo, è fonte di insicurezza, di profonda inquietudine, di pensieri che ancora una volta non osa svelare, pena una vergogna di esistere che non riuscirebbe a sostenere. 
Tutte queste cose le so, ma ce ne sono ancora tante altre che vado scoprendo poco alla volta. É che mi piacerebbe favorire in lei un percorso di affrancamento da taluni vincoli che la tengono bloccata. Mia cara Anna Chiara, ti affianco volentieri in questo progetto, avrei voluto dirle, avevo scelto questa frase, un po’ ad effetto, per dimostrarle ancora una volta il mio amore, forse anche senza averne il diritto, ma un giorno o l’altro, vorrei incontrarla davvero, vorrei la conferma della sua esistenza, vorrei indovinare finalmente la combinazione vincente, quella che mi farà distinguere tra le idee, le fantasie malsane, e la realtà, la sua fisicità. 
Ci tengo molto a questa cosa, perché lei, in questa comune ricerca dell’assoluto, ha la capacità di riportarmi alla realtà, anche se non è questa la strada che vorrei percorrere, perché, a ben vedere, io questo non sempre lo voglio, non sempre lo accetto, a me piacerebbe riuscire a permanere in uno stato di immaginazione perpetua, di perenne visionarietà, non dover fare i conti con niente, con nessuno. Mi basterebbe essere me stesso, sono fatto così, con le mie fantasie, con le mie contraddizioni, anche, ma senza contatti col resto del mondo, essere puro pensiero, ecco, forse si può sintetizzare così il mio estremo desiderio. Non so se sarà facile realizzarlo, questo sogno, ma ci sto provando, e lei mi sta aiutando a scrivere le regole del gioco, a reinventarle anche, di volta in volta, in questo mi sta fornendo un aiuto inestimabile.

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