Ho smesso di pensare di scrivere perché non ottengo risultati, ma a quali risultati aspiravo non l’ho mai capito. Di parole me ne servono poche, ormai. Vivo di ricordi. Qualcuno che si palesa incontrollato, me lo ritrovo davanti agli occhi, o quando dormo. Oppure tra le pagine dei libri che leggo. Faccio solo quello ormai, con l’unico scopo di ritrovarmi, di rivedermi. Non che possa rimediare, solo provare a riconoscermi, a chiedermi, Davvero ero io?, oppure, Sono stato io, quello?, e meravigliarmi di non aver capito chi ero, chi sono stato, chi sono.
E non letture facili. A volte concatenazioni di frasi, dialoghi che si intrecciano, eventi che si interpongono a creare trame inestricabili, i pensieri così come vengono, per associazioni e dissociazioni. Un copione scompaginato, le battute rimescolate. La lettura un rebus per enigmisti provetti, così è la vita, anche, immagini sfuocate, conversazioni sfasate, ricordi che si sovrappongono, memorie di eventi che emergono a piccole dosi, un po’ alla volta, una realtà che annaspa e sempre sul punto di affondare, così la vita, fino a quando, non so il momento, nemmeno più o meno, fino a quando sarà sostituita da una nuova piattaforma, dove sarà possibile, finalmente, diventare altro da quello che siamo stati, da quello che non sono stato.
Attendo questo evento in giorni di rigido isolamento, poteva essere un tempo buono per la lettura, bastano poche pagine ben scritte per partire, anche se non conosco bene il bene, ma tant'è, almeno ci sto provando, il risultato si vedrà col tempo, se mai tornerà ad esserci il tempo.
E non è detto che le parole continuino ad avere lo stesso significato di sempre. Anche le parole mutano di valore nel tempo. Potrei non ritrovarmi più, non capire ciò che sto scrivendo. Sarei altro, allora. Una palingenesi oggi non prevedibile sia pur auspicabile. Perché col passare del tempo diventeremo altro, non più quelli di prima, è sufficiente leggere ciò che abbiamo scritto, quello che ho scritto, Davvero sono io?, oppure, Le ho scritte io quelle cose?, per renderci conto che, scritture non facili, pensieri che si ripresentano, ossessioni che ritornano e che non avrò più tempo di curare, fanno parte di me, sono me, sono quest’io che s’è andato formando con successivi sedimenti di paure, di inadeguatezze che sono rimaste tali, senza sciogliersi, dov'ero?, dove sono?, e quando arriverà la cascata di segreti che non so più trattenere?
L’aspetto da molti anni ormai, come una salvezza che, non ho altro di cui parlare, cosa mi hanno rubato questi giorni, ed a pensarci, è triste, ma so ammettere nient’altro che, Niente, assolutamente niente, tutto come se niente fosse stato, la vita come dopo una breve pausa, come un’assenza per una sospensione obbligata, non un viaggio, se non dentro di me, a cercare qualcosa, ma non so se arriverò a destinazione, o tutto, davvero tutto come prima, tutto come se niente.
Se non dentro la memoria che si perde, giorno dopo giorno, se non pongo un argine a questa tragedia, non sarebbe una tragedia la scomparsa dei ricordi?, e penso che questa è la missione, recuperare il possibile, ma non sempre sono in grado di capire cos'è la vita, quale il suo vero significato, che anche quello cambia in continuazione, non so più capire e mi perdo, ma a chi potrà interessare tutto questo?, ed è sufficiente che possa interessare a me per?
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