Ci metto un po’ a prendere confidenza col mondo. Ho bisogno di scrivere, sento questa necessità come qualcosa di vitale cui affidarmi. Per questo ho preso in mano un libro, per questo sono costantemente circondato da libri, la forza che mi aiuta a vivere.
L’energia che recupero dalla lettura del libro è proporzionale allo sforzo che compirò per entrare nel mondo narrativo che mi appresto ogni volta ad esplorare, ed è la stessa che mi serve per scrivere.
Non è solo recuperare le storie. Si tratta soprattutto di ricostruire i pensieri. Difficile seguire i ragionamenti quando ancora sono all'oscuro di tutto. Gli elementi vengono presentati senza un ordine chiaro. All'inizio l’impresa sembra impossibile, comincio con molta difficoltà a fare conoscenza con i primi personaggi, a seguire i ricordi che si accavallano freneticamente ad ogni particolare evocato. Ogni volta si schiudono nuovi mondi che faccio fatica a tenere a mente, tanto meno in ordine.
Ritardi che si accumulano. Non farò mai in tempo a riferirne, di cose avvenute, o sognate, o pensate. O solo in maniera confusa, un intreccio inestricabile.
Quando potrà mai diradarsi quest’ombra che mi opprime, questa nebbia che mi avvolge?
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