Lettori fissi

mercoledì 22 aprile 2020

I sogni della memoria - 3

A me viene da scrivere facile a volte, non sempre, e di cose che vengono in mente. Non sono io a chiamarle. Non so come trovano il varco. Le ritrovo improvvise e non so fare a meno di scriverne. Di solito pochi momenti bastano per farmi piombare in un arcano passato, che vorrei aver vissuto meglio di come è successo. Meglio, non rende, lo so, ma anche in me sono state confuse le idee, o non sono state del tutto.
Ora mi faccio personaggio di me stesso e vado incontro ad ogni tipo di rischio, le parole in agguato, sempre pronte a svelarmi. Ma tanto, come ho detto, non sono più io, un’effigie straniera, avatar sconosciuto.
E seppure, anche per me, sarebbe scoperta, novità che figuro propizia, ma sempre con poche o nulle certezze. Ci sarebbe da chiedersi, Propizia per cosa?, ma è l’ignoto il cammino da fare, non sapendo già da adesso cosa riserva il destino. Se soltanto avessi un indizio!
Fosse un libro la vita, potrei sfogliarlo avanti e indietro, a mio piacimento, girarne le pagine con un certo piacere, trascurare quelle più buie per saltare ad altre più liete.
Ad esser sincero queste le sto ancora aspettando. Ho pazienza, me la lascio crescere dentro fino a ricredermi, qualcosa c’è stato, ma cerco di tenerlo nascosto, e non so spiegarmi il motivo. Oppure sì, se soltanto ritorna, anche solo per poco, lo so, sono perso. 
Voglio altro. L’amore? Sapessi almeno cos'è!
Questo corpo, insieme ad un altro, vorrei colmarlo di puro piacere, per almeno una volta. Le azioni, però, sono sempre in ribasso, sempre state in discesa. Non resta altro che cercarmi in me stesso, per questo impiego il mio tempo, per questo perdo il mio tempo.
Chissà se più avanti ritroverò, ma che dico?, troverò, per una volta, il coraggio di uno straccio di sentimento. Ho un po’ di arretrato, da riempire voragini.

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