L’amore, dicevo. Aspetterò un amore per parlarne davvero. Sempre che ne sia capace. Non solo di scriverne, ma anche solo di capire che d’amore si tratta. Perché, forse, ci sono anche passato, ed è stato, potrei dire, asintomatico. I frutti caduti anzitempo, dall'albero cui erano appesi.
Troppo fragili, può darsi, i legami o, ancora una volta, qualcosa che non avevo intuito. Né avrò più tempo ormai per capire.
Questi metri, come imposti, e chissà da chi, mi impediscono di rivelare liberamente, a dire il vero, non saprei neanche cosa.
Ma forse mi inganno, cioè, sto imbrogliando me stesso. Avrei voluto essere stato giovane e forte, invece, eccomi qua, ad inventare ricordi, mendicare memorie che ho perso per sempre, quand'anche. Questo obbligo quasi di esprimermi in versi, ma chi me lo impone?, non inibisce, comunque, pudori, la fantasia non assiste, e così rimango dove sono, senza riuscire ad andare oltre.
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