Lettori fissi

martedì 12 maggio 2020

Le menzogne del tempo - 1

Io non ho niente da raccontare. Posso scrivere lo stesso? Anche in questi giorni di isolamento in cui avrei tanto tempo? Ma sì, anche il niente mi piacerebbe descriverlo, se solo fossi capace. Il niente è quasi come un vuoto, ma non so effettivamente perché solo quasi, e non invece del tutto. È venuto così. Avrà un senso. È che mi sono fissato che da qui in avanti potrò scrivere solo del niente. Solo che vorrei sapere in cosa consiste questo benedetto niente e non sempre mi riesce capirlo. Ma potrei senza problemi anche dire mai.
Ma a qualcuno potrà mai interessare questa mia incapacità?
Un mese di vita perso a causa di questa epidemia. Non so cosa avrei fatto, né se mi è mancato qualcosa. So solo che siamo costretti a stare in casa, salvo qualche uscita autorizzata. 
In genere si perde qualcosa che ci apparteneva, e non abbiamo più. Io non ho mai pensato di possedere il tempo. Me lo sono quasi sempre lasciato scorrere addosso facendo poco o niente. Senza neanche tanti rammarichi.
È che non sempre voglio pensare a certe conseguenze che pure sembrano inevitabili. Come se volessi rimandare sine die il momento in cui qualcosa necessariamente dovrà accadere.
Me ne resto inoperoso come se anche per me il tempo non dovesse passare mai, nonostante tutto, senza affrontare la benché minima difficoltà.
Non mi va di fare niente. Ci sono di questi momenti nella vita di una persona. Nella mia ce ne sono stati tanti di vuoti simili, e ancora continuano a perseguitarmi. Non so che fare. Prima o poi anch’io arriverò al capolinea ed allora, tutto sarà risolto, senza altro da dare, senza altro da dire.

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