Lettori fissi

venerdì 15 maggio 2020

Le menzogne del tempo - 4

Sono una di quelle persone, ce ne sono tante altre, insoddisfatte della vita che conducono, che vorrebbero cambiare direzione e che pensano, allo stesso tempo, che è tardi oramai, che si chiedono, Dove vado, più? Non saprei fare altro, ma altro rispetto a che cosa? Rispetto a questo non far niente continuo? 
Non esistono solo nei film o nei libri di quelle persone, l’ho sperimentato sulla mia pelle, solo, non ricordo che fine abbiano fatto i personaggi di quei film, di quei libri.
C’è chi si sarà riscattato, per il breve tempo residuo, chi si è perso per sempre a rievocare qualcosa che non è stato, un rimpianto, un rimorso per cose mai fatte, o tentate. Ma, in ogni caso, niente sarà più come prima. Quel che non si è fatto, non si è fatto per sempre, e per sempre è andato perduto.
È a questo che mi viene da pensare nei giorni di isolamento. Sto facendo un bilancio come se già fossi giunto alla fine, e non solo di questo quaderno. Sentimenti da quarantena, quella in cui vorrei finire i miei giorni.
Queste grevi inquietudini da adolescente non so togliermele proprio di dosso, mi ritornano sempre come turbe incistate nei recessi profondi e non vogliono andare più via. Le porterò con me fino alla fine, occupanti abusive di un corpo che non sento più mio.
Del resto, anche questo son’io, se non solo questo. Che fare allora? Dimenticare, come fosse un’azione intenzionale? Una scelta deliberata? Non sono, da molto, padrone più di me stesso. Mi vendo al miglior offerente, che sia io o un’immagine distorta di una realtà non propriamente vissuta, o qualcosa di là da venire, ancora sospeso o non deciso del tutto.
Vorrei rinascere vergine. Non ho bisogno di disimparare più niente, semplicemente perché non ho mai imparato alcunché. Né so bene cos'è accaduto nel tempo, cos'è stato il passato. È rimasto ben poco, io spettatore distratto, protagonista mancato.
Ma forse il tempo non è passato, non è mai esistito e mi sono illuso che ci potesse essere un giorno un futuro. Niente è successo, niente le cose che ho scritto. Solo qualche occasione per illudermi di vivere, una vita che si dissolve come niente appena chiudo una pagina, appena non ci penso più e non ci sarà nessun altro a pensarci.
Questi giorni rappresentano in piccolo la reclusione forzata di un'intera esistenza, la sintesi di una chiusura che conosco da anni.

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