Lettori fissi

martedì 25 giugno 2019

Cara amica - 2

Adesso non mi serve altro. Sento di poter scrivere per settimane e settimane e raccontarti di me e di come ti ho desiderata. Di come ho vissuto male questo tempo, solo perché avevo voglia di stare con te e non riuscivo a dirtelo o, quando provavo a farlo, c’era sempre un motivo, più o meno plausibile, per non farlo. 
Come sono stato male! Ed oggi, che sto per svelarti tutte le mie paure, mi sembra di partire per un viaggio senza una destinazione certa. Potrei trovarmi talmente bene che l’andare, l’eterno andare, potrebbe costituire il mio modo di essere fino alla fine dei miei giorni. 
Che sciocchezza! Come potrei mai vivere una vita d’amore con te se partissi e restassi sempre in viaggio senza mai raggiungere la meta? C’è qualcosa di paradossale in tutto ciò. Di contraddittorio, persino.

Io volevo entrare nella tua intimità e questo fin dall'inizio e a prescindere da ciò che questi pensieri volevano significare. La frase in sé mi piaceva e me la ripetevo spesso. Però poi le parole non bastavano più e sentivo il bisogno di tradurre questo desiderio in fatti concreti, che però non sapevo quali potevano essere o come realizzare.
Io volevo essere te. Sentire non solo la passione per te, ma anche capire come tu vivevi la tua passione per me, che immaginavo grande.
Ho bisogno di te come dell’aria che respiro. Chissà che effetto ti farebbe sentire queste parole rivolte direttamente a te. Proverò anche questo, un giorno. Devo tentare in ogni modo, vagliare tutte le possibilità per arrivare a te.
I miei pensieri non sono molto profondi, però a volte sembra che vadano in una direzione abbastanza chiara. O monotematica. È il vizio di te, che mi porto dietro fin dall'inizio, fin dagli albori della nostra conoscenza. Un desiderio che mi tengo dentro e spero di poter esternare, e anche con una certa quota di successo.

Essenzialmente l’esito di questa ricerca dipende da me, lo so, e dall'impegno che profondo nella relazione che intendo instaurare con questa donna. Nelle mie fantasie sono già arrivato ad un punto finale. 
Ma non deve essere una cosa positiva. Dopo la fine rimane ben poco. Ed allora, nella realtà dovrò fermarmi un attimo prima, per conservare quell'aspirazione all'eterno infinito che sta diventando il mio chiodo fisso.

Vorrei mettermi nei tuoi panni. Ma solo per togliermeli appena sono davanti a te, cioè a me. Allora sì, potremmo cominciare a ragionare, potrei finalmente vedere più chiaro, vederti più distintamente, senza fronzoli, senza impedimenti. Capire l’assoluta sfericità dei tuoi seni, non solo immaginarne la perfetta rotondità che mi fa turbinare la testa o, più verosimilmente, volgere gli occhi da un’altra parte, perché non è che posso stare con lo sguardo fisso a quella scollatura ogni volta più ardita. Un’occhiata di sfuggita, come distrattamente, di tanto in tanto, può anche starci, ma gli occhi fissi da quelle parti mi farebbero passare per un demente, e forse anche per un maniaco, pronto da un momento all'altro a saltarti addosso. Che potrebbe anche non essere un male, dopo tutto, ma non davanti al pubblico, non in un luogo frequentato.
Spostiamoci, andiamo da un’altra parte, in un sotterraneo, in un bagno, per cominciare. Poi si può cambiare posto, se preferisci, ma intanto, per i primi approcci, vanno bene anche gli spazi angusti di un ufficio pubblico. Le passioni e gli impeti si controllano appena nei primi momenti e c’è bisogno di un luogo più ampio perché si possa dare libero sfogo agli istinti.
Sto lavorando per ricostruire quei momenti.

Cara amica, tu sai come sono andate le cose. C'è bisogno che te lo ricordi? Cos'è rimasto in te? 
Non vorrei, però, pensare a te solo come una possibilità per un’altra storia, materiale per un nuovo racconto. Non ti avrò dato questa sensazione, spero. Mi auguro piuttosto di essere riuscito a mascherare abbastanza le mie reali intenzioni. In fondo io esisto e continuo a vivere solo fin quando rimarrai nella mia mente. Dopo non avrà più senso continuare.
Voglio sentirmi libero quando scrivo, almeno in quei momenti. Per questo voglio dirti tante cose ancora. Ma forse non ho nemmeno cominciato, a ben vedere. Voglio esprimere tutto quello che sento con le parole che conosco o anche con quelle che non conosco, che inventerei per l’occasione. 
In qualche modo dovrò pur dirti che ti amo e questo …

(continua)

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