Vorrei raccontare certe fantasie, mi sto chiedendo se farlo, vorrei raccontare le volte in cui mi sono rinchiuso dentro i suoi armadi, rispettando rigorosamente un turno che non avrei mai violato, per nessuna ragione al mondo, sentivo che poteva succedermi qualcosa di male, di negativo, se solo mi fossi nascosto per due volte di seguito dentro lo stesso armadio, a morire di piacere nell'oscurità assoluta, fra vestitini lunghi, eleganti tailleur, peccato che non riuscivo a distinguere i colori, mi ero fatto l’idea che fossero adeguati più alla sua asfissiante bellezza che non alla sua altezza, riuscivo però a cogliere tutte le sfumature dei profumi, sia pur confusi uno nell'altro, era un buon esercizio, provare a distinguere le occasioni in cui avevano rivestito l’intero corpo, quasi avesse fatto un bagno dentro un lago di essenze di sandalo, qualcosa di caldo, che appassiona, che strangola persino, al punto da non permettere l’espressione, la definizione, e lo specchio grande, ondulato, doveva entrarci tutta, non un piede od un ricciolo dei neri capelli doveva restare fuori, bene in vista, in qualsiasi momento poteva averne bisogno, non voleva trovarsi nella condizione di non sapere come appariva, come stava con la gonna appena sopra il ginocchio, l’aveva comprata per indossarla con l’ultimo paio di scarpe, un po’ alte, una autentica novità per lei che aveva portato sempre scarpe senza tacco, aveva bisogno di certezze, non sarebbe mai uscita senza la conferma che tutto fosse in ordine, per questo non potevano mancare gli specchi in casa, ne aveva dappertutto, viveva come dentro un’immensa sala prove, uno specchio per i vestiti, un’altra serie in posizioni inaspettate, per permettere una vista da varie angolazioni, solo per i capelli, a portata di mano infiniti aggeggi e strumenti per le pettinature più variegate, uno specchio per i trucchi, non permetteva che qualcuno la interrompesse durante queste operazioni, che potevano durare ore, un lavoro degno di un grande pittore, il volto una superficie da dipingere con calma e soprattutto con estrema cura, nulla lasciato al caso, una ricca tavolozza di colori faceva bella mostra accanto allo specchio a forma di cuore, ingentilito da una sottile cornice di legno laccata di rosso, uno specchio per provare le scarpe, quasi all'altezza del pavimento, leggermente inclinato per consentire una visione ottimale, da più punti di osservazione, uno per la borsa, verso la fine, per un ultimo sguardo d’insieme, sulla porta, prima di uscire, per assicurarsi che davvero tutto era a posto, poteva uscire, nessuno avrebbe potuto rimproverarle nulla, era padrona di sé e della strada, di tutto quello che aveva davanti, non vedeva nulla, era solita indossare occhiali scuri, in qualsiasi condizione atmosferica, col sole o con la pioggia, sempre occhiali scuri, ne comprava spesso, in ogni città che visitava, una collezione che si allargava sempre più, andava con tutti ed ognuno le regalava un paio di occhiali, qualunque materiale o forma, purché le lenti fossero scure, al punto da rendere vane le ore passate a delineare occhi accattivanti, servivano per altre occasioni, per strada o quando desiderava solo occhiali scuri, uno specchio solo per questo, in una posizione strategica, che poteva essere all'uscita del bagno, o anche, anche sul ballatoio, dopo l’ultimo sguardo, non si sa mai, respirare l’aria con gli occhiali appena inforcati era una sensazione che non sapeva descrivere, avvertiva solo il piacere di farlo e questo era sufficiente, il cielo cambiava improvvisamente di tonalità, ed anche questa era un’esperienza che non avrebbe scambiato con nient’altro, tanto piacere le procurava, ed una volta fuori, niente poteva turbare la sua fiera serenità, le infondeva una certa sicurezza lo specchietto comprato in Marocco, uno dei tanti bazar, in quell'enorme mercato che è Marrakesh, cornice di osso di cammello, a forma di enorme bocca, sorridente, come sempre le piaceva apparire, tranquilla, lo specchietto dentro la borsa, andava con tutti, con tutti, nelle sale da ballo, ovunque potesse mettersi in mostra e adesso che era finita in una storia, cos'altro cercava, adesso che era finita nella grande rete, cosa desiderare di meglio, tutto il mondo, tutto il mondo avrebbe potuta ammirarla …
2 commenti:
Sei più fortunato tu o lei ?
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