Per fare l’inventario che ho in
mente mi basta un quarto d’ora. È un progetto a cui pensavo da tanto tempo, una
cosa a cui tengo e vorrei farlo, e anche se dovessi spegnermi improvvisamente,
beh, il tempo per un inventario lo troverò di certo.
Meglio quindi cominciare
con le storie, ormai ho deciso che saranno tre, unirò in un’unica storia quelle
che avevo pensato per l’uomo e la donna.
Da qui alla fine ho diviso il
tempo in cinque parti, o meglio, dedicherò quello che mi resta a soddisfare cinque
interessi: la situazione attuale, le tre storie e l’inventario.
Mi rendo conto che un semplice
segnalibro può non essere sufficiente.
La lettura richiede attenzione, non è
facile entrare nella mente di uno che tra poco morirà, non so nemmeno se c’è un
ragionamento da seguire, nel senso che anche lui, non è che sembra avere le
idee molto chiare, e d'altronde lo capisco, non è facile restare sereni e
mantenere la tranquillità nella situazione in cui si trova, anche se non è facile
capire cosa effettivamente ha, però non sembra che stia bene.
Dicevo del segnalibro, non basta
inserire un oggetto fra le pagine per sapere dove sono arrivato nella lettura.
Ogni pagina è così intensa, e anche variabile, che sarebbe opportuno prendere
nota anche del rigo dove sono arrivato, e non sempre interrompo la lettura in
corrispondenza con la fine di un paragrafo, cosa che potrebbe aiutarmi
nell'individuazione del punto da cui riprendere la lettura, quindi,
conclusione, penso che userò una matita per segnare il punto esatto in cui
smetto di leggere.
Certo, quando ricomincio, qualche rigo di prima lo rileggo,
così, come per prendere la rincorsa e ritrovarmi con un pezzettino di strada
già fatta. Mi viene in mente il corridore di una staffetta, che comincia ad
avviarsi anche se il compagno che ha completato la sua parte non gli ha ancora passato il testimone.
E già, ricominciare da una frase nuova mi sembra difficile poter
rientrare nell'atmosfera della storia.
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