Il protagonista di questo romanzo ha preso la decisione di
suicidarsi, senza lasciare tracce, e ha già scelto anche il luogo, una grotta
in fondo a una valle a forma di imbuto, e il momento, la notte tra l’uno e il
due giugno di un anno non specificato.
L’atto estremo però non verrà attuato, l’aspirante suicida
cambia idea all'ultimo momento e ritorna verso casa.
A poco a poco si rende conto però che le cose sono cambiate
rispetto a come le aveva lasciate prima di dirigersi verso la grotta dove aveva
deciso di finire i suoi giorni.
Attorno a sé non c’è più nessuno, non si vede nemmeno una
persona in giro per le strade delle città, gira impaurito per Crisopoli, nome
dietro cui si riconosce Zurigo, senza incontrare nessuno nei luoghi dove vivevano
o lavoravano gli abitanti.
Tutto il resto sembra normale, gli animali continuano a
pascolare per i campi, o a girare per le
strade, come fossero accompagnate da persone, che però sono inesistenti; nelle
fabbriche i macchinari sembrano continuare a girare e funzionare per inerzia,
come fossero stati appena abbandonati dai lavoratori, non è chiaro a causa di
quale evento.
Il protagonista ha come l’impressione che tutto sia avvenuto
in maniera improvvisa, assolutamente imprevista e imprevedibile e si ritrova a
vagare incredulo ed interrogativo, per tutto il tempo descritto nel romanzo, un
unico lungo monologo, in cerca di segni di vita del genere umano, senza
riuscire a darsi una risposta, o dandosene alcune che tuttavia lo lasciano con
molti dubbi.
L’umanità si è come volatilizzata, o meglio, per citare il
titolo del romanzo (Dissipatio H. G.,
dove le iniziali stanno per Humani Generis), si è dissipata.
La dissoluzione del genere umano non è solo la scomparsa di
ciò che c’è oltre la propria persona e la propria identità. È anche il
risultato, o meglio la rappresentazione di ciò che rimane, a seguito del
suicidio pensato dal protagonista, il quale senza riuscire a dar seguito ai tentativi
di risollevarsi, - “Mi estraggo dalla mia
poltrona, mi avvicino alle vetrate. Non riesco a sciogliermi, il freddo,
l’inerzia, mi fasciano ancora. Tuttavia qualche cosa aiuta. Ho un progetto, e
con questo (lo sento) io sfato la morte, da me e da attorno a me” - avverte
continuamente la paura e soprattutto l’inadeguatezza, che gli è caduta addosso
come un macigno, di rappresentare l’umanità.
Dissipatio H.G. è l’ultimo
romanzo di Morselli, finito di scrivere nel 1973.
Pochi mesi dopo, all'età di 61 anni, lo scrittore pone fine
alla sua esistenza terrena suicidandosi.
“Le mie esaltazioni
d'altronde erano e sono genuine, non avevano o non hanno niente di letterario.
Non ho mai cavato una riga scritta, dai miei spasimi di solitudine, non me ne
sono mai compiaciuto”.
Guido Morselli - Dissipatio H. G. - Adelphi
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