Però, quando prima avevo detto che una delle cose che non sono capace di fare era cominciare, forse non sono stato del tutto sincero, o preciso, perché, di inizi ne ho avuti tanti, di incipit scritti tantissimi. È il proseguimento che è mancato, ma forse è anche una questione di tempo, ed io non so gestirlo bene, il mio tempo, quello rimasto ormai è poco, e si riduce sempre più, ma forse l’ho già detto, e quello trascorso, beh, ormai posso farci poco, e penso di non essere stato capace di ritagliarmi un momento, o anche più, per le mie storie.
Però adesso mi piacerebbe prendere un impegno e soprattutto mantenerlo, ho fiducia che possa riuscirci. Sono le buone intenzioni, i propositi, che il più delle volte invece svaniscono, ma questa volta, ho come la sensazione di aver trovato la formula giusta per portare a termine un progetto con successo. Non voglio dire con soddisfazione, ma almeno concludere in qualche modo un percorso, uno dei tanti intrapresi.
Ho accumulato tanto materiale, si tratta solo di organizzarlo, anche se non sarà un lavoro semplice, lo so, e quella risposta, che ho atteso con impazienza quella sera in pizzeria, alla fine è arrivata, sotto forma di altre sue domande, con tanta esitazione, con tanto pudore, che però è riuscita inaspettatamente a trasformare, anche se non senza difficoltà, in una serie di battute tra il brillante e qualcosa che celava una voglia di svelarsi a me con una certa disinvoltura, senza vergogna.
Anticosa?, eh?, mi sa che non ho capito bene, davvero me lo stai chiedendo?, qui poi?, in una pizzeria?, ma ti sembra il luogo?, anticoncezionali? La gente quando non sa di cosa parlare, parla del tempo, non chiede quali anticoncezionali usa. A volte fai domande davvero inopportune, soprattutto ad una ragazza. Ma poi, da cosa sorge questa domanda?
Non la capiva questa curiosità improvvisa, o forse la capiva bene, insomma non era una curiosità generica, c’era una porta, un lucchetto, non lo diceva facilmente, non si esponeva mai, magari lo lasciava intuire, lo faceva capire, insomma, in parte aveva paura di sembrare strana, È strana una ragazza della mia età che non ha avuto ancora esperienze importanti?, aveva paura di quelle domande, eh sì, perché lo sa che se avesse detto la verità, quella verità, avrebbe suscitato una certa curiosità, sarebbero iniziate altre domande, e si sarebbe trovata in difficoltà, come se avesse dovuto convincerlo, come era successo in passato con altri.
Conosce il dolore che provoca quel sorriso che spunta all'improvviso, quella risata a mezza bocca quando cerca di spiegare i possibili motivi, quello che pensa, quello che crede, e le paure che vive. Conosceva già quel senso di inadeguatezza, e aveva paura, ma sperava anche che lui l’avrebbe capita, che non avrebbe fatto niente per metterla in imbarazzo, ma che fare?, parlare? dire la verità?, così nuda e cruda?, Sono ancora vergine, non ho mai fatto l’amore, oppure girarci intorno, lasciarla intuire?, Non ho molta esperienza in questioni di sesso, ma poi lì, in quel bar?, con tutta quella gente? No, non era così, non poteva essere in quel posto, doveva essere in un luogo aperto, dove avrebbe avuto la possibilità di scappare con lo sguardo, da quegli occhi che le facevano tante domande, che restavano lì increduli, come se conoscessero già le cose che le orecchie stavano ascoltando.
Sì, sarebbe stato dopo, per strada, passeggiando, rompendo quel silenzio che lei aveva contribuito a creare, perché insomma quella domanda non era delle più facili, non per una come lei. Gli avrebbe preso la mano, gli si sarebbe stretta al braccio e l’avrebbe detto, che il suo anticoncezionale erano venticinque anni di pace assoluta, sì, insomma, che non si era fidata di nessuno, non era stata con nessuno mai, Ma perché me l’hai chiesto?, a cosa ti serve saperlo?, ma poi perché in quel modo?
Usare due o più punti di sospensione, o interrogativi ed esclamativi può dare meglio l’idea della sua meraviglia, dello stupore, della sorpresa, un po’ come usare svariati sinonimi per esprimere uno stesso concetto. È una tecnica che serve a rafforzare una convinzione, o anche un dubbio.
Erano questi i pensieri che mi venivano in mente a sentirla parlare così, non stavo badando alle parole che aveva appena finito di pronunciare, ci avrei pensato più avanti. Erano altre le cose che mi interessavano, succede sempre così, col risultato che perdo occasioni. Ma non so fare diversamente, mi eccitano taluni riferimenti alle tecniche narrative, al punto da perdere di vista ciò che mi sta davanti, e così era scomparsa come nel nulla. Mi stavo perdendo dietro a teoremi che non avevano alcun contatto con la realtà, e lei intanto non c’era più. Non sapevo cosa voleva comunicarmi, non avevo colto i messaggi che mi aveva, anche abbastanza esplicitamente, lo capisco solo adesso, trasmesso.
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