Non stavamo comodi, a dire il vero, ma non era a quello che
badavo.
Per me era sufficiente averla accanto. Non chiedevo altro.
Toccarle il fianco, sfiorarle il resto, accarezzarle i piccoli seni, farmi
maltrattare il membro, che intanto si era come risvegliato da un sonno
profondo.
Non ricordavo più da quanto tempo se ne stava lì come morto,
giacendo assorto e taciturno in attesa di un’occasione propizia per dare segni
di vitalità. La prossimità di Mara l’aveva provvidenzialmente ridestato.
Non erano solite le azioni a cui si rendeva disponibile. Non
lo erano da anni ormai perduti, sprofondati negli abissi del tempo. Non si
trattava di un cambio di vita, ma poteva servirmi per ripartire.
“Tu non sai cos'è stato quest’incontro per me”.
Glielo dissi quando ancora eravamo sdraiati dentro la vasca
e nel riferirglielo cercai una risposta che tuttavia non arrivò. Ma poi capii
cos'era stato. Non so che farmene di Mara. E non solo di lei.
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