Eccomi in un’altra pagina. Lo
spazio che mi separa dalla precedente non è casuale, rappresenta il tempo che è
trascorso da quando ho letto le ultime cose e di conseguenza da quando ho
scritto, anzi riscritto. Sì, perché di tempo ne è passato tanto da quella
volta.
Non so perché ho interrotto la
lettura, non saprei spiegarmelo. Di certo sono stato distratto da avvenimenti
esterni ed estranei al libro.
Forse mi sono fermato in
occasione di una vacanza. Sempre porto dietro con me un libro, e a volte
anche più, quando viaggio, ma questo che sto leggendo non si presta molto ad
una lettura rilassante quale dovrebbe essere quella richiesta nei momenti di
vacanza.
Adesso anche questa seconda
lettura è finita. Non so se basta, oppure proverò ad affrontare nuovamente la
lettura di questo romanzo, se mi arrischierò cioè in un altro tentativo, perché
in certi momenti davvero mi sembra di correre un rischio a leggere queste
pagine, rischio di perdermi, di non riuscire più a leggere altro.
La conclusione la sintetizzo in
poche frasi e, come succede in questi casi, anch’io sono consapevole che così
facendo mi sottopongo al rischio di eccessiva semplificazione e di conseguenza
banalizzazione, quando so che su questo lavoro sono stati spesi i classici
fiumi di inchiostro, ma io non ho le competenze per parlare tanto o di fare
approfondite analisi e perciò dirò solo quello che mi sembra di aver capito, o
che serve a me per continuare a scrivere.
In questo romanzo c’è quest’uomo,
il narratore, che vuole raccontare delle storie, e sono quelle, che crescono,
mano a mano che avanziamo nella lettura.
I protagonisti di quelle storie
diventano i protagonisti del romanzo, se ne appropriano, lentamente,
spudoratamente.
È di loro che si parla adesso,
non di altri, né di altro, hanno occupato lo spazio narrativo e non lo
lasceranno più fino alla fine, anzi, la fine del romanzo coincide con la loro
fine.
E il narratore originario, non
può più fare niente per evitare questa appropriazione indebita, non ha più
forza, né volontà, e finisce che muore, così come anticipato nel titolo.
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