POLPA, romanzo di Flor Canosa, non si esaurisce nella prima lettura delle
circa cento pagine che l’editore NEO ci propone nell’ottima traduzione di
Giovanni Barone. A voler analizzare anche solo alcuni punti affrontati nel testo ci si
potrebbe soffermare a lungo.
Questa non è una recensione. Quando leggo mi si intrecciano
in testa ricordi di cose già lette in altri momenti, in altri romanzi. È il bello della
letteratura. È successo così anche in questo caso. Tante cose del romanzo inevitabilmente
restano indietro. Per me spesso il testo è soprattutto un pretesto, una scusa
per ritornare su argomenti a me cari, già evidenziati nella lettura di altri
libri.
Una cosa su cui mi piace soffermarmi fin da subito è il nome di un
personaggio, Lunes, che è anche la voce narrante della seconda parte di POLPA. Per
un autore argentino penso sia quasi inevitabile ritrovarsi, prima o poi, a fare
i conti con Jorge Luis Borges, anche se, Irma, un altro personaggio di POLPA,
tra parentesi, afferma che ‘nessuno sa se
sia davvero esistito o sia una leggenda’.
Lunes, per il fatto che ‘soffre
di una sindrome di incontinenza orale e ipermnesia’ non può non far pensare
a Funes, personaggio di un racconto di Borges, condannato, in conseguenza di
una caduta da cavallo, a ricordare tutti i dettagli di ciò che osserva, cosa
che gli rende impossibile una vita normale.
Umberto Eco, profondo conoscitore dell’opera di Borges, affermava che
la figura di Ireneo Funes è come la metafora del WEB.
Nel romanzo di Flor Canosa il RACK è una sorta di evoluzione semplificata
del WEB. Nel RACK non c’è bisogno di lunghe ricerche, i concetti sono ordinati
secondo idee semplici.
(RACK non dev’essere un nome scelto a caso. Tra l'altro è anche un acronimo,
derivante dai termini inglesi Risk-Aware Consensual Kink, col quale si indica un
insieme di pratiche sessuali, con relativi rischi, accettati consensualmente
dai partecipanti. E pratiche sessuali, non propriamente ortodosse, in questo
romanzo di certo non mancano).
Il RACK è uno dei meccanismi di controllo che il sistema mette in atto
per soggiogare le masse. In questo senso POLPA può essere considerato anche
come una riflessione sul potere e sul controllo da esso esercitato.
Nella letteratura ispanoamericana tante opere affrontano questo tema,
attraverso la critica ai molti dittatori che si sono succeduti al potere in vari
stati. Tra gli esempi più noti segnalo Il Signor Presidente, di Asturias, e L’autunno
del Patriarca, di Márquez, ma numerosi esempi si possono rinvenire in tanti
altri romanzi e racconti ambientati in America Centrale e Meridionale.
Anche POLPA, diviso in tre parti, un po’ letteratura, un po’ filosofia, oltre
che rientrare in un genere prossimo alla distopia, può inserirsi nel
filone della letteratura che tratta il tema del controllo da parte di un potere
e del tentativo da parte dei sudditi di affrancarsi da esso attraverso vari
metodi.
Nel mondo costruito del futuro c’è incapacità di provare emozioni, c’è
mancanza di empatia, il dolore è proibito per imposizione. Ecco quindi che,
come reazione individuale a queste restrizioni, i due personaggi principali,
Lunes e Irma, fanno di tutto per procurarsi piacere e dolore allo stesso tempo,
con pratiche sessuali di sadomasochismo spinto all’estremo.
L’uso di immagini pornografiche, il linguaggio a volte anch’esso violento, sembrano espedienti narrativi funzionali a definire il livello di violenza perpetrata
dal potere. Precedenti del genere si possono rinvenire nei lavori degli
argentini Osvaldo Lamborghini e, più recentemente, di Ariel Luppino e, per
altri versi e in altre forme, anche in Alberto Laiseca. Ciò che rende anche più
interessante il romanzo della Canosa è il fatto che in questo caso il racconto
proviene da una voce femminile.
Nell’ultima parte di POLPA, come una sorte di epigrafe, è riportata
una frase di Michel Foucault. E non poteva essere diversamente, dal momento che
il filosofo francese ha analizzato e studiato a fondo il concetto di controllo,
come sistema di potere e soggiogamento che determina i comportamenti individuali
per mezzo di dispositivi di sorveglianza, una sorta di panopticon, che nel caso
del romanzo della Canosa può essere individuato nel RACK.
Un’ultima considerazione è riservata al traduttore, Giovanni Barone, che ha
saputo rendere ottimamente un testo che di certo presentava non poche difficolta
nella scelta dei termini da rendere in italiano, soprattutto nelle tante scene
dove vengono descritti i rapporti sodomasochistici tra i due personaggi.
Ma, ormai, il suo nome, quanto alle traduzioni di autori ispanoamericani
in generale e argentini in particolare, è garanzia di qualità.
Buona lettura con Flor Canosa - POLPA - NEO Edizioni. Trad. Giovanni Barone.



