Lettori fissi

sabato 2 marzo 2024

La signorina Maria e il suo bestiario.

La signorina Maria non è un vero e proprio bestiario anche se è popolato di una variegata fauna, reale e anche metaforica.
Tra le pagine del libro si palesano mammiferi di piccole, medie e grandi dimensioni, rettili, uccelli, insetti, specie marine di vario tipo e, sia pur di rado, anche degli esseri mitologici.
Questi animali non vivono in una vecchia fattoria e non sono nemmeno rinchiusi dentro un giardino zoologico. 
Sembrano semmai convivere alla rinfusa all’interno di un’enorme arca di Noè primordiale, anche se di diluvio nemmeno a parlarne. O forse sì, ma in questo caso si tratta piuttosto di un profluvio, di parole ovviamente, quelle che servono per descrivere le storie in cui si muovono e agiscono gli animali, e non solo.
C’è un elefante triste. Gli elefanti, si sa, sono animali associati a lentezza, e nell’immaginario comune ormai sono anche esempi di stanchezza, forse anche di noia e anzi, a lungo andare, sono destinati a diventare sempre più stanchi, gli occhi si avvicineranno alla punta della fronte, le proboscidi volteggeranno con disarmoniche alterazioni nell’aria circostante. Da qui la tendenza alla tristezza di questi poveri pachidermi.
C’è anche una nobile giraffa brasiliana, un concetto spontaneo, spuntato fuori all’improvviso. Bisogna prendere le cose per come vengono.
Non solo animali della savana, però. Ci sono anche topi scorrazzanti per corridoi o scaffali pieni di articoli strampalati.
C’è un porcellino miope, ingessato nel pur ingombrante gessato. 
Ci sono asini che cascano, tanto per non smentire la fama proverbiale che li circonda, altrimenti che asini sarebbero? 
Discorso diverso per le capre che, benché vecchie e spennate, tuttavia non perdono occasione di esibire la loro agilità arrampicandosi dappertutto.
Nel mondo ricostruito, all’interno della sgangherata imbarcazione, trovano posto cani indisturbati intenti a riflettere, immersi non è facile intuire su quali pensieri. 
C’è la Regina dei camaleonti che verranno. Basta avere fiducia e un po’ di pazienza e qualcosa arriverà.
Le storie hanno molte vite, come i gatti, rinascono, si sviluppano attorno a un centro, crescono inaspettatamente senza sosta, come gramigna che infesta la testa. 
In questo contesto al lettore potrà capitare di vedere di tutto, sanguisughe, pesci essiccati, zanzare spaventate, coralli in fondo agli orecchini e attorno al collo, e chissà dove altro ancora, della protagonista, la signorina Maria, che nelle grandi occasioni esibisce anche un fermacapelli a becco di tucano, tempestato da piccoli diamantini sfavillanti sotto la luce della volta celeste artificiale. 
C’è poi la classica rondine che si ripresenta al suo nido a ogni nuova stagione, e una tartaruga marina che nuota per migliaia di chilometri per ritrovare luoghi noti dove deporre le uova. 
Ci sono ancora tanti altri animali in questo romanzo, ma se vi state chiedendo se ci sono anche dei coniglietti, ebbene, la risposta è no, però è come se ce ne fossero dappertutto.

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