Lettori fissi

giovedì 15 febbraio 2024

Anche se fosse vero



Nessuno qui esiste, nemmeno l’autore, è tutto un romanzo

Ho appena finito di leggere Anche se fosse vero, romanzo di Davide Antonio Pio, pubblicato dalla casa editrice Il ramo e la foglia.

Ciò che ho appena finito di dire, tuttavia, anche se fosse vero, dovrebbe essere considerato alla stregua di una menzogna bella e buona, perché una volta arrivati alla fine del libro non si può che ricominciare a leggerlo dall’inizio, dal momento che non è esatto dire che questo romanzo abbia una fine, anche perché è come se fosse composto da tanti libri e ognuno si può leggere in maniera diversa dall’altro.

Leggendolo si ha come l’impressione che ci sia bisogno quanto meno di individuare il filo rosso che unisce le storie perché qualcosa cominci a diventare chiaro. Non sarà un caso che l’editore abbia inserito una piccola guida nelle ultime pagine, allo scopo di farci orientare tra i tanti personaggi che si muovono qua e là.

Che sensazione mi lascia la lettura di questo libro? Non conosco l’autore e mi sembra irriguardoso nei suoi confronti dire che la sensazione avuta sia quella di essere stato preso, ma forse sarebbe più corretto dire portato, in giro per tutta la durata della lettura. Il problema è mio, semmai, non di chi ha scritto il romanzo.

Durante la lettura è emerso un mio limite, e cioè non sono riuscito a seguire l’andirivieni delle storie raccontate, forse perché ho letto il romanzo senza prestare attenzione alle date poste in cima a ogni capitolo (sempre che di capitoli si possa parlare). C’è da dire, a tal proposito, che i capitoli non sono esposti nell’ordine cronologico in cui i fatti sono raccontati.

A questo punto mi tocca ritornare all’inizio e rileggere con più attenzione, può darsi che così riesca a capirci qualcosa in più. O forse mi sembrerà di leggere un altro libro, il che non sarebbe del tutto male. Due libri, e anche più, al prezzo di uno!

A una lettura poco attenta può sembrare che Davide Antonio Pio non sia stato particolarmente generoso nei confronti di chi legge. Descrive i fatti senza descriverli. Così anche per i ritratti. Solo qualche accenno, pochi indizi, da cui il povero lettore deve partire per ricostruire la faccenda e se qualche dettaglio viene perso allora la narrazione può apparire oscura.

L’impressione che ho avuto io è che l’autore abbia voluto lanciare dei semi da cogliere per poter ricomporre la storia.

Non è un romanzo quindi per lettori pigri. Al contrario, chi legge è chiamato a partecipare attivamente. Non è forse questo che uno scrittore desidera? Che ci sia, cioè, un lettore complice nella costruzione della storia, che disveli le mille facce di un racconto, anche quelle che lo stesso scrittore non ha mai immaginato, o che ignora del tutto? Non è questo un modo di tenere in vita l’opera nel corso del tempo? E non è anche questo il modo di scrivere che interessa ai lettori attenti ed esigenti?

Questo romanzo è strutturato come una sorta di puzzle. Davide Antonio Pio (o, se volete, Paride Ammonio Vio) ha distribuito le tessere lungo le pagine del libro e al lettore non resta che l’arduo compito di ricostruire la vicenda.

Il fatto è che le tessere appaiono difficili da incastrarsi tra di loro, perché l’autore non è che abbia fatto molto per facilitare il compito. Non sembra nemmeno immediato capire che rapporto abbiano fra di loro i vari personaggi, le relazioni reciproche sono difficili da cogliere e l’impresa è resa ancor più ardua dal fatto che a un nome a volte corrisponde anche più di un personaggio.

Anche se fosse vero è un modo senz’altro originale di raccontare una storia. Avremmo bisogno di abituarci a strutture del genere, per disavvezzarci dalle solite scritture lineari che sembrano ormai aver fatto il loro tempo.

Un’opera da leggere? Senza alcun dubbio e soprattutto da rileggere perché, in fondo, quanto a forma, ma anche a sostanza, in questo romanzo ce ne sono abbastanza e la sua lettura non lascia indifferenti.

Un plauso agli editori che hanno avuto il coraggio di pubblicare un lavoro che forse non diventerà un best seller ma che ha il pregio di far riflettere sulle forme della scrittura. E di questi tempi non è poco.

Davide Antonio Pio - Anche se fosse vero - Il ramo e la foglia edizioni


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