Ho appena finito di leggere Anche se fosse vero, romanzo di Davide Antonio Pio, pubblicato dalla casa editrice Il ramo e la foglia.
Ciò che ho appena finito di dire, tuttavia, anche
se fosse vero, dovrebbe essere considerato alla stregua di una menzogna bella e
buona, perché una volta arrivati alla fine del libro non si può che
ricominciare a leggerlo dall’inizio, dal momento che non è esatto dire che
questo romanzo abbia una fine, anche perché è come se fosse composto da tanti
libri e ognuno si può leggere in maniera diversa dall’altro.
Leggendolo si ha come l’impressione che ci sia bisogno quanto meno di individuare
il filo rosso che unisce le storie perché qualcosa cominci a diventare chiaro. Non
sarà un caso che l’editore abbia inserito una piccola guida nelle ultime pagine,
allo scopo di farci orientare tra i tanti personaggi che si muovono qua e là.
Che sensazione mi lascia la lettura di questo libro? Non conosco l’autore
e mi sembra irriguardoso nei suoi confronti dire che la sensazione avuta sia
quella di essere stato preso, ma forse sarebbe più corretto dire portato, in giro per tutta la durata della lettura. Il
problema è mio, semmai, non di chi ha scritto il romanzo.
Durante la lettura è emerso un mio limite, e cioè non sono riuscito a
seguire l’andirivieni delle storie raccontate, forse perché ho letto il romanzo
senza prestare attenzione alle date poste in cima a ogni capitolo (sempre che di
capitoli si possa parlare). C’è da dire, a tal proposito, che i capitoli non sono esposti nell’ordine
cronologico in cui i fatti sono raccontati.
A questo punto mi tocca ritornare all’inizio e rileggere con più
attenzione, può darsi che così riesca a capirci qualcosa in più. O forse mi
sembrerà di leggere un altro libro, il che non sarebbe del tutto male. Due libri, e anche più, al prezzo di uno!
A una lettura poco attenta può sembrare che Davide Antonio Pio non sia
stato particolarmente generoso nei confronti di chi legge. Descrive i fatti
senza descriverli. Così anche per i ritratti. Solo qualche accenno, pochi
indizi, da cui il povero lettore deve partire per ricostruire la faccenda e se qualche
dettaglio viene perso allora la narrazione può apparire oscura.
L’impressione che ho avuto io è che l’autore abbia voluto lanciare
dei semi da cogliere per poter ricomporre la storia.
Non è un romanzo quindi per lettori pigri. Al contrario, chi legge è
chiamato a partecipare attivamente. Non è forse questo che uno scrittore
desidera? Che ci sia, cioè, un lettore complice nella costruzione della storia,
che disveli le mille facce di un racconto, anche quelle che lo stesso scrittore
non ha mai immaginato, o che ignora del tutto? Non è questo un modo di tenere in
vita l’opera nel corso del tempo? E non è anche questo il modo di scrivere che
interessa ai lettori attenti ed esigenti?
Questo romanzo è strutturato come una sorta di puzzle. Davide Antonio
Pio (o, se volete, Paride Ammonio Vio) ha distribuito le tessere lungo le
pagine del libro e al lettore non resta che l’arduo compito di ricostruire la
vicenda.
Il fatto è che le tessere appaiono difficili da incastrarsi tra di loro,
perché l’autore non è che abbia fatto molto per facilitare il compito. Non
sembra nemmeno immediato capire che rapporto abbiano fra di loro i vari personaggi,
le relazioni reciproche sono difficili da cogliere e l’impresa è resa ancor più
ardua dal fatto che a un nome a volte corrisponde anche più di un personaggio.
Anche se fosse vero è un
modo senz’altro originale di raccontare una storia. Avremmo bisogno di abituarci
a strutture del genere, per disavvezzarci dalle solite scritture lineari che
sembrano ormai aver fatto il loro tempo.
Un’opera da leggere? Senza alcun dubbio e soprattutto da rileggere
perché, in fondo, quanto a forma, ma anche a sostanza, in questo romanzo ce ne
sono abbastanza e la sua lettura non lascia indifferenti.
Un plauso agli editori che hanno avuto il coraggio di pubblicare un
lavoro che forse non diventerà un best seller ma che ha il pregio di far riflettere
sulle forme della scrittura. E di questi tempi non è poco.
Davide Antonio Pio - Anche se fosse vero - Il ramo e la foglia edizioni
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