Dovessi parlare di tutte le cose che dico a me stesso - non solo quando sono davanti allo specchio, che ci sto poco, e per di più nemmeno mi ci guardo, se non di rado, ma anche in altri momenti - di certo passerei meno tempo a scriverle, se solo le ricordassi.
Potrei sempre imbellettare certi rimasugli di ricordi con aggiunte che apparirebbero senz’altro inconferenti. Non si noterebbe e sarebbe una storia diversa da quella che sgorgherebbe dai pensieri che mi ottundono la mente di continuo, almeno da quando, non saprei, forse da sempre.
Ma non è importante individuare il punto di inizio, non ai fini che qui ci riguardano, l’inizio dei miei problemi, che sarebbe come dire da quando sono nato, o giù di lì.
Ho già perso il filo del discorso, che potrei anche ripescare facilmente se solo trovassi la forza, o meglio, la voglia, di ritornare indietro e rileggere ciò che ho scritto. Solo che mi perderei di nuovo, ed è quello che mi capiterebbe esattamente se mi mettessi in testa di raccontare tutte le cose che dico a me stesso nelle varie occasioni, ecc. ecc.
Insomma sono ritornato di nuovo all’inizio, come se tutto quello che ho scritto fino ad ora, tutto lo sforzo fatto per trattenere il respiro, non fosse servito a niente. Avrei potuto utilizzarlo per occasioni più propizie.
Se solo avessi un posto dove andare! Un progetto da realizzare, o anche soltanto su cui provare a lavorare!
A volte mi viene da pensare che anche lo scrivere, sì, la scrittura, può rappresentare un obiettivo da raggiungere! Scrivere con uno scopo, voglio dire, non solo mettere parole o frasi in fila, una dietro l’altra, così, solo per arrivare ad una qualche conclusione e poter dire, Sono uno scrittore.
Ma che senso avrebbe? Eppure è un’attività che svolgo da anni, da decenni, senza arrivare mai a niente. E cos’è il niente, in questo caso? E il suo contrario?
Sfuggo di continuo alla mia persona, e non solo. Frasi come queste escono così, non so se anche spontaneamente, comunque senza un motivo e soprattutto sembrano non avere alcun significato. Ci capite qualcosa, voi?
Verrebbero fuori tante di quelle cose che darebbero di me un’immagine che perfino io stesso farei fatica a riconoscere come mia. E allora, come ho desiderato a volte, o anche spesso, perché trattenermi? Avrei la possibilità di sperimentare una nuova identità, qualcosa di irriconoscibile. Sarei completamente diverso da quello che sono.
Intraprendere questa avventura mi mette i brividi, forse anche le ali ai piedi, mi infonde uno spirito esilarante, qualcosa che, tuttavia, non riuscirò a controllare facilmente. Ma è ciò che ho sempre voluto, o meglio, da un po’, un nuovo io, perché del mio mi sono stancato da un pezzo, non ne posso proprio più. Allora, Via, partiamo, mi sono detto, davanti allo specchio, dopo aver fatto la barba e lavato i denti e tutto il resto.
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