Mi piace visitare i negozi di cancelleria, o anche quei
reparti dei grandi magazzini dove vengono esposti articoli da scrivania,
soprattutto penne. Mi diverto a provarne la scorrevolezza sui fogli di carta
appositamente collocati sugli scaffali, seguendo la scia di inchiostro che
lasciano, facendo attenzione all’impugnatura, alla forma, ai colori, alla
gradevolezza alla vista.
Ma ciò che più mi interessa notare di una penna è la
scorrevolezza, il modo come scivola sul foglio di carta la punta. Non deve essere
uno sforzo scrivere, penso che una penna che scorre facilmente sul foglio aiuta
la scrittura, non frappone ostacoli tra il pensiero e l’elaborato che vien
fuori dall’operazione della scrittura. Tutto diventa più semplice, senza
necessità di ripensamenti. Tutto naturale.
Le penne si contraddistinguono, fra l’altro, anche per il
requisito dell’apertura. Definisco aperta una penna che non ha bisogno di una
guida per poter scrivere cose interessanti. Esistono delle caratteristiche
intrinseche che consentono ad una penna di elaborare delle frasi o dei concetti
a prescindere da chi usa quella penna. Una proprietà magica che le permette di
creare storie o sviluppare fantasie senza tener conto della mano che la
impugna.
Per quanti negozi abbia visitato però, questo tipo di penna
non l’ho ancora trovata. Una penna aperta, abbinata con un quaderno aperto,
potrebbe essere la soluzione dei tanti problemi che riscontro nella pratica
della scrittura.
Ormai ne sono convinto. Non mi resta che fare ricorso a
questi stratagemmi per riuscire a scrivere qualcosa di soddisfacente. Ed anche
se non si tratta di composizioni del tutto originali, comunque in qualche modo
le sentirò come mie creazioni, dal momento che il mio contributo, pur non
essendo determinante, non potrà tuttavia essere negato.
Penso a penne diverse per esprimere sentimenti diversi. Oggi
mi viene da scrivere una poesia d’amore ed allora uso la penna adeguata a
questo sentimento. Un’altra volta ho voglia di un’opera che esalti un aspetto
della natura, il vento, il mare, una giornata afosa, o il fresco di una
piacevole brezza, ed ecco che per ogni fenomeno o evento è pronta una penna.
Sono anni che faccio collezione di penne ed ormai le
riconosco fin dall’inizio. È sufficiente una rapida occhiata per capire se una
penna è più adatta per esprimere una gioia o una sofferenza. Il pianto di un
bambino o la saggezza di un vecchio. Un mare in tempesta o la tranquillità di
un deserto. Il profumo di una rosa rossa regalata ad una donna o l’olezzo di un
fiume inquinato.
Certe competenze in fatto di penne, una volta acquisite non
si dimenticano più.
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