Cani, galli, capre, deserto,
vento mare, ogni notte parto per una destinazione diversa, è così da anni ormai
e non lo dico con rammarico, anzi, mi ci sono abituato e aspetto con ansia,
pregustando il piacere del viaggio, di distendermi comodamente a letto e
avviarmi verso terre sconosciute, ogni volta una sorpresa, paesaggi
sorprendenti, che non immaginavo, forse troppo chiuso dentro i miei pensieri
per tutta la giornata, di notte riesco ad aprirmi ad altre viste e ci arrivo sempre
con mezzi diversi, una volta un autobus, tanta gente attorno a me, a volte sono
l’unico o comunque uno dei pochi stranieri, così mi sembra, in un mondo
variegato, popolato di cinesi, marocchini, senegalesi, nigeriani, anzi no,
nigeriane, brasiliani, rumeni e rumene, filippine, capoverdiane, ucraine e
chissà mai da quale altri paesi remoti arrivano, un'altra volta salgo su un
treno, all'ultimo momento, proprio quando il capotreno dà il via, le porte che
stanno per chiudersi, ma faccio in tempo a salire, su quel treno che lentamente
mi porta lontano, sempre lontano, attraversando terre aride, distese secche,
non un filo d’erba, non un albero a vista d’occhio, e soffro la sete, ho
necessità di bere, fermo la corsa, scendo un attimo, il tempo di dissetarmi a
quella fonte, la vedo sempre, un totem ad esprimere la forza della natura, una
limpida sorgente, e poi ritornare, ripartire, come sempre, un’altra volta
ancora è una nave, che solca mari, immensi oceani, sconfinati, attorno a me
solo acqua, per dove l’occhio possa spaziare, null'altro, per quanto mi sforzi
di voltare lo sguardo, anzi no, delfini saltellanti mi accompagnano giocando,
enormi megattere affiorano qua e là, sbuffando zampilli degni di artistiche
fontane, pesci volanti che si trattengono in aria, con un’ansia di sfuggire ad
un’inevitabile inerzia cui non riescono a sottrarsi e che non riescono a
vincere e poi, altre volte, un aereo leggero, volando sulla superficie
terrestre, alla scoperta di nuovi orizzonti, sorvolando le nuvole, che nei miei
pensieri diventano altri mondi, popolati da creature eteree che si dissolvono
al lieve soffio del vento, chissà mai dove andranno a finire, questi
personaggi, che mi figuro lievi e danzanti tra le stelle, ed ancora, in auto, a
percorrere strisce d’asfalto nelle strade del mondo, ogni volta un viaggio
diverso, in bicicletta quando ho voglia di osservare il paesaggio, le campagne
che si tingono dei colori delle stagioni, e a volte a piedi, il mezzo che
preferisco, mi permette di incontrare gente, parlare, non restare chiuso in me
stesso, scambiare quattro chiacchiere, e tu cosa fai, era un po’ che non ti
vedevo, cosa hai fatto in tutti questi anni, non sei cambiata di molto, bella
come sempre, insomma, incontri piacevoli, che durano il tempo di un sogno, poi,
al mattino, tutto svanisce, riparto per un altro viaggio, quello che mi
riporta, ogni volta, ad affrontare un nuovo giorno, una nuova avventura, ma non
è la stessa cosa, fortuna che ci sono i sogni, almeno quelli, nessuno me li
potrà rubare.
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