È vero, a volte sono curioso di
vedere come va a finire un qualche episodio appena accennato, oppure come
l’autore riesce a venire fuori da taluni intrecci che è riuscito a creare o in
cui penso, stoltamente, di essersi impelagato, senza via d’uscita, e questo
desiderio mi impedisce di cogliere i dettagli di un determinato momento, e
soprattutto non giova alla comprensione del testo, però è quello che mi capita,
ed allora, per evitare che la cosa si ripeta anche con questo personaggio,
quello che sta morendo, cosa che in realtà si è già verificata con la prima
lettura, ho deciso di rileggerlo, questo libro, ma stavolta con più calma ed
attenzione, e penso anche che possa esser utile trascrivere, anche
ripetutamente, i pensieri, che la lettura mi suscita, così mi restano maggiormente
impressi.
Allora, c’è questo tipo che però
tra poco non ci sarà più. Che sia tra una settimana, o tra un mese, non è dato
sapere, ma questa, e non penso di svelare chissà mai quale segreto, è una cosa
che succede a tutti, che si muoia cioè, e anche che non si sappia quando, ma in questo caso ci sono dei segnali che ragionevolmente fanno affermare
al narratore, ed io non ho alcun motivo di dubitare e di conseguenza non posso
far altro che dargli credito, che questo momento non sarà lontano.
Si tratta di una sensazione che
può anche essere ingannevole, lo dice lui stesso, ma non ci pensa, e
soprattutto non vuole precorrere i tempi. Aspetterà gli eventi, naturalmente,
senza intervenire, l’unica cosa che intende fare, se ci riuscirà, è raccontare
storie, storie pacate le definisce.
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