In volo
Nel capodanno di questo 1904 che sta scorrendo via velocemente come tutti gli anni che abbiamo vissuto, ormai non ci resta altro che fare un altro piccolo sforzo e sperare di arrivare al 2004, per sapere come saremo fra altri cento anni e poi confrontarci almeno in un’altra dimensione visto che non si riesce proprio in nessun modo a comunicare più se non con le parole che pure rivestono un ruolo importante ma non abbastanza soddisfacente.
Parole che si aggiungono ad altre parole, fiumi o fumi che si intersecano con le nostre esistenze e non so più distinguere la poesia dalla realtà che mi riempie di nostalgia di mondi sconosciuti.
È come svegliarsi ogni giorno e non sapere cosa ci riserva la vita, questa città, questo mondo, quest’esistenza.
Restiamo in attesa di un frenetico cambiamento di rotta e non ci accorgiamo che la rotta non può essere determinata altro che dai nostri venti interiori. E non sempre sappiamo percepire il soffio che ci alita accanto e ci suggerisce e consiglia di involarci anche soltanto verso l’ignoto come esperienza da affrontare nel tentativo di conoscerci meglio.
A.D. 2007
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