Non ho ancora trovato il modo di entrare in quella stanza che, lo sento, presto sarà mia. Cosa me lo fa credere non sono in grado di dirlo
adesso, ma ne va della mia vita.
Forse ho esagerato un po’, ma a volte ho bisogno di essere
ultimativo, per giustificare un’azione, per non considerarla una perdita di
tempo, e perché voglio dare un senso alla lettura. Un senso che mi faccia
capire perché insisto ad andare avanti, laddove tutto sembra scontato fin dall’inizio,
e invece no, io voglio trovarci qualcosa che sta dietro alle parole e che non
appare immediatamente. E potrò farlo solo continuando.
Eccomi, dunque, a curiosare tra le pagine. Alla ricerca di
cosa? C’è un pacchetto, o anche più di uno, che racchiude il tempo andato. Mi
piacerebbe essere lì, insieme a Vittoria, nel momento esatto dell’apertura, allorché
il passato lentamente comincia a emergere, a sondarne i misteri, ad annusare
come un cane (sì, ci sono anche cani in questa storia) i ricordi, a svelare le
inevitabili incognite per quello che avrebbe potuto essere se solo …
Dentro quei pacchetti ci sono tante vite e tanti ricordi
personali.
C’è, ad esempio, la storia di come Vittoria ha affrontato il
Covid (quel virus monarchico). Un bel nome, Vittoria. Una con questo nome non può
che essere una donna forte, che riesce in ogni cosa, che ha tante idee e
soprattutto una che conosce il modo per realizzarle.
Siamo stati in tanti ad affrontare quel male e ognuno ha
serbato i ricordi di come ha vissuto quel periodo. Vittoria, con ricchezza di
argomentazioni e con divertita ironia, ci racconta, come è uscita indenne, a
fatica e con attenzione, applicando la guardinghità, ma anche con una certa
dose di fatalismo.
In quei pacchetti c’è anche la relazione d’amore con i suoi
quattro cani, che in vari periodi della vita ha amato tanto, così come si ama
una persona cara. Vittoria ci racconta fin nei dettagli tutto l’affetto che ha
provato per queste creature, che hanno rappresentato una parte importante della
sua vita.
C’è poi l’incontro con il buddismo, che le ha fatto cambiare
vita e soprattutto capire come affrontarla nel modo migliore e comprendere la
giusta importanza da dare alle cose.
Leggendo l’ultima parte del libro è possibile disegnare una
mappa delle abitazioni in cui ha vissuto la narratrice e dei continui traslochi
effettuati negli anni, che l’hanno fatta approdare a quella che vorrebbe fosse
la sua ultima casa, in quel di Trieste, dove può godersi la vista
impareggiabile del mare.
Ci sono ancora tanti altri
ricordi che emergono da quel pacchetto, che per quanto sforzi facciamo di
rimuovere, presto o tardi ritornano a ricordarci che comunque la vita va
vissuta intensamente con amore e senza calcoli.
Ho fatto bene a continuare a leggere, a desiderare di
scoprire i segreti contenuti nei pacchetti, e ad arrivare alle pagine finali,
cioè alla Prefazione a posteriori, come la definisce l’autrice.
Una parte che ho amato molto, dove viene sintetizzata in poche
pagine la biografia di una donna in cui non è difficile intravedere o infrasentire,
come fosse parte del romanzo, la stessa Silvia Palombi, una scrittrice che ho
conosciuto grazie a questo romanzo dal titolo Pacchetti, cani e altre questioni, una delle primissime
pubblicazioni della casa editrice Qed
fondata agli inizi del 2024.
Buona lettura.
Silvia Palombi
Pacchetti, cani e altre questioni.
Edizioni Qed