Lettori fissi

mercoledì 7 novembre 2018

La storia di quei due


Potrei raccontarla la storia di quei due. Non due distinti, no. Due qualunque, o anche più. Non so se dello stesso sesso o delle stesse tendenze sessuali. Poco importa. Che si conoscano da tanto tempo o che si siano appena incontrati. Che abbiano interessi comuni oppure che siano persone completamente diverse. Importa poco o nulla.
Potrei raccontarla, e poi? Solo per il gusto di scrivere? Non ho molto da dire se non che non ho niente da dire, e non so nemmeno come dirlo. Cerco ogni volta di trovare le parole giuste ma non basta trovarle per esprimere quel concetto. Altrimenti ci sarebbero scrittori a iosa.
La storia di quei due o di chiunque altro ha senso come ce l’ha il treno che va, che procede, superando stazioni, gallerie, ponti, sotto qualsiasi clima, che va verso una destinazione già nota e secondo tempistiche prestabilite. Il rumore del treno che va è come il tempo che trascorre e dentro cui si muovono i personaggi delle storie che forse racconterò, o forse no.
È importante che abbiano un volto, forse anche un nome, tutte queste comparse, altrimenti sarebbe meglio definirle scomparse, esseri inesistenti, ininfluenti anche, al limite inutili. Idee per una storia che non potrò mai sviluppare.
Devo osservare con più attenzione, anzi, no, con attenzione, i passeggeri di quel treno. È da lì che può nascere l’ispirazione. No, non sto pensando alla storia da raccontare, ma esattamente alla vita, un’ispirazione per la vita, la mia. Per poi scriverne, certo, ma intanto posso dire di aver vissuto, almeno il tempo di un viaggio in treno.