Lettori fissi

mercoledì 13 dicembre 2017

Mara 4 (La giusta distanza)

Non è stata una grande occasione quella del telefono. Neanche una grande idea. Solo fastidi. E pensieri inutili. Perdita di tempo.
Volevo ricavarne un racconto, forse anche un romanzo. Ma non ne viene nulla. Non sono riuscito a capire cosa manca, qualche dettaglio, forse.
Tenere la giusta distanza da una terza persona che mi permetterebbe di avere le idee chiare, non solo il cambio di consonanti delle alternative del nome da scegliere. In fondo, fare l’amore con Sara, o con Lara, non sarebbe stato molto diverso che farlo con Mara. Ma non era questo il punto.
Aspettavo un’idea, come se potesse arrivare da uno stimolo esterno. E aspettavo invano, perché era dentro me che doveva avvenire la trasformazione.
Fin quando si trattava di recitare la parte di un uomo, per quanto incompetente in talune materie, potevo lanciarmi, sia pur con un pizzico di incoscienza. Ma poi, quando dovevo vestire i panni di Mara, quando dovevo indossare i suoi sentimenti, non era solo più indovinare la giusta sequenza di gesti e di parole, toccava invece inoltrarmi in un mondo del tutto sconosciuto. Non sapevo essere donna.
Ma così come guido un’auto pur senza essere a conoscenza dei principi per cui un motore fa muovere un mezzo, insieme a tutti gli altri apparecchi e ai tanti meccanismi che fanno parte della macchina, del complesso sistema meccanico, allo stesso modo ho deciso di provare, di partire da cose note, da elementi universali ed incontestabili.
Vestirò un abito femminile, imparerò ad essere Mara, a truccarmi come lei, poco, per la verità, a selezionare le scarpe adatte alle circostanze, abbinare i colori delle calze e delle gonne, a riposarmi in certe giornate difficili. Insomma, a trasformarmi all’occorrenza in un altro personaggio.
Sì, non era ancora una somma, perché ce ne vuole ad accettare, sia pure per poche battute, un travestimento, che per me sarebbe una prima assoluta. 
Non era una somma anche perché non avevo visione delle singole porzioni di cui era costituito il suo corpo, perennemente sfuggente, affatto reale.

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